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ZeroZeroZero

Popolarità:
100
1 voto
1 2 3 4 5
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Inserito il:
maggio 2013

Autore:
Roberto Saviano

Casa Editrice:
Feltrinelli


Dall'autore

Scrivere di cocaina è come farne uso. Vuoi sempre più notizie, più informazioni, e quelle che trovi sono succulente, non ne puoi più fare a meno. Sei addicted. Anche quando sono riconducibili a uno schema generale che hai già capito, queste storie affascinano per i loro particolari. E ti si ficcano in testa, finché un’altra – incredibile, ma vera – prende il posto della precedente. Davanti vedi l’asticella dell’assuefazione che non fa che abbassarsi e preghi di non andare mai in crisi di astinenza. Per questo continuo a raccoglierne fino alla nausea, più di quanto sarebbe necessario, senza riuscire a fermarmi. Sono botte di adrenalina che mi sparo direttamente in vena. Fiammate che divampano accecanti. Assordanti pugni nello stomaco. Ma perché questo rumore lo sento solo io? Più scendo nei gironi imbiancati dalla coca, e più mi accorgo che la gente non sa. C’è un fiume che scorre sotto le grandi città, un fiume che nasce in Sudamerica, passa dall’Africa e si dirama ovunque. Uomini e donne passeggiano per via del Corso e per i boulevard parigini, si ritrovano a Times Square e camminano a testa bassa lungo i viali londinesi. Non sentono niente? Come fanno a sopportare tutto questo rumore? R.S.
 

Estratto. © Riproduzione autorizzata. Diritti riservati.

La coca è la droga performativa. Con la coca puoi fare qualsiasi cosa. Prima che ti faccia esplodere il cuore, prima che il cervello ti vada in pappa, prima che lo stomaco diventi una piaga suppurosa, prima di tutto questo lavorerai di più, ti divertirai di più, scoperai di più. La coca è la risposta esaustiva al bisogno più impellente dell'epoca attuale: l'assenza di limiti. La cocaina è la benzina dei corpi. È la vita che viene elevata al cubo. Prima di consumarti, di distruggerti. La vita in più che sembra averti regalato, la pagherai con interessi da strozzino. Forse, dopo. Ma dopo non conta nulla. Tutto è qui e ora. 

Mi chiedo da anni a che cosa serva occuparsi di morti e sparatorie. Tutto questo vale la pena? Per quale ragione? Ti chiameranno per qualche consulenza? Terrai un corso di sei settimane in qualche università, meglio se prestigiosa? Ti lancerai nella battaglia contro il male, credendoti il bene? Ti daranno lo scettro di eroe per qualche mese? Guadagnerai se qualcuno leggera le tue parole? Ti odieranno quelli che le hanno dette prima di te, ignorati? Ti odieranno quelli che non le hanno dette, quelle parole, o le hanno dette male? A volte credo sia un’ossessione. A volte mi convinco che in queste storie si misura la verità. Questo, forse, e il segreto. Non segreto per qualcuno. Segreto per me. Nascosto a me stesso. Tenuto in disparte nelle mie parole pubbliche. Seguire i percorsi del narcotraffico e del riciclaggio ti fa sentire in grado di misurare la verità delle cose. Capire i destini di un’elezione politica, la caduta di un governo. Ascoltare le parole ufficiali inizia a non bastare. Mentre il mondo ha una direzione ben precisa, tutto sembra invece concentrarsi su qualcosa di diverso, magari di banale, di superficiale. La dichiarazione di un ministro, un evento minuscolo, il gossip. Ma a decidere di ogni cosa e altro. Questo istinto e alla base di tutte le scelte romantiche. Il giornalista, il narratore, il regista vorrebbero raccontare com’è il mondo, com’è vera mente. Dire ai loro lettori, ai loro spettatori: non e come pensavi, ecco com’è. Non e come credevi, adesso ti apro io la ferita da cui puoi sbirciare la verità ultima. Ma nessuno ci riesce mai completamente. Il rischio e credere che la realtà, quella vera, quella pulsante, quella determinante, sia completamente nascosta. Se inciampi e ci caschi, inizi a credere che tutto sia cospirazione, riunioni segrete, logge e spie. Che qualsiasi cosa non sia mai accaduta come sembra. Questa e l’idiozia tipica di chi racconta. E l’inizio della miopia di un occhio che si ritiene incontaminato: far quadrare il cerchio del mondo nelle tue interpretazioni. Ma non e cosi semplice. La complessità sta proprio nel non credere che tutto sia nascosto o deciso in stanze segrete. Il mondo e più interessante di una cospirazione tra servizi di intelligence e sette. Il potere criminale e una mistura di regole, sospetto, potere pubblico, comunicazione, ferocia, diplomazia. Studiarlo e come interpretare testi, come diventare entomologo.

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