Biblioteca Comunale di Bortigali
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In territori tra i più remoti e defilati della Sardegna cinquecentesca, videro la luce alcuni dei dipinti più enigmatici della pittura mediterranea. Per niente iberici e polemicamente rivolti alla maniera moderna italiana, essi aprono una serie di interrogativi sulla provenienza del loro artefice, per convenzione chiamato Maestro di Ozieri.
Ecco la fulminea annotazione che gli dedicò Federico Zeri: “Si potrà definire il Maestro di Ozieri un pittore sardo nella stessa misura in cui Chopin può dirsi risolto nell’etichetta di compositore polacco”. Quale poteva essere, dunque, la reale identità artistica del pittore? E costruita a partire da quali influssi?
Il volume, attraverso un’analisi sistematica, indaga la sintesi originale dei rimandi contenuti nei suoi dipinti, inserendo la figura del loro autore in una visione più ampia, oltre i confini dell’Isola, verso un “Mediterraneo allargato” all’Europa del Nord. I suoi retabli rivelano un continuo lavorio su molteplici stimoli, all’incrocio di correnti stilistiche geograficamente assai distanti, in un dialogo fecondo con Polidoro da Caravaggio e Jan van Scorel. Ricco di forestierismi germanofoni e paesaggi alla fiamminga, il pittore elabora una particolare versione di raffaellismo che chiamare periferico pare riduttivo.
L'autrice: Maria Vittoria Spissu ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia dell’arte moderna all’Università di Bologna, occupandosi di problemi legati alla produzione dei retabli pittorici in ambito mediterraneo. È stata borsista Master&Back della Regione Autonoma della Sardegna presso il Dipartimento di Scienze dei Linguaggi dell'Università di Sassari. Attualmente è borsista dell’International Studies Institute di Firenze.